Info

Indirizzo: Piazza Verdi n. 9 - Palermo (PA)

Telefono: 091589070

Fax: 0916127546



Coordinate GPS: 38.11988; 13.35795

Attrezzature:

TEATRO AL MASSIMO - Stabile Privato di Palermo

Stagione Teatrale della Prosa e dello Spettacolo 2022/2023

Spettacoli Pomeridiani
- Mercoledi` pomeriggio ore 17.15;
- Giovedi` pomeriggio ore 17.15.

Spettacoli Serali
- Venerdi` Prime ore 21.15;
- Venerdi` sera ore 21.15.

Al costo di:
- euro 25,00 settore SALA anziche` euro 40,00/35,00;
- euro 15,00 settore GALLERIA/PALCHI anziche` euro 30,00/25,00.

La promozione/riduzione non e` cumulabile con le altre promozioni/riduzioni in corso.
La riduzione sara` applicata a tutti i Vostri associati che si presenteranno presso
il ns. botteghino provvisti di un tesserino che attesti l'appartenenza alla Vs.
Associazione in corso di validita` o come da Vs. indicazioni.

- sconti cral come da locandina in vigore se previsti;
- applicazione dello sconto se previsto per singolo evento.


Una Mirabile struttura che guarda all' Europa

L’autore del progetto dell’attuale Teatro “Al Massimo” (in origine CineTeatro Massimo), è Giovan Battista Santangelo (1889-1966), un ingegnere formatosi alla scuola di Ernesto Basile, da cui trasse lo scrupolo del buon mestiere e l’essenza del gusto.

Il palazzo del Massimo è una mirabile struttura in cemento armato che mostra palesemente quanto l’architetto avesse tratto di positivo dall’esperienza teorica e pratica che s’era fatta in Europa nei decenni precedenti. Dovette guardare a edifici di spettacolo e in ispecie a quel famoso Théatre des Champs Elysée (1910-1911) di Parigi che Perret aveva realizzato con strutture in cemento armato. Tecnica che s’adattava specialmente alla realizzazione di grandi spazi coperti e nella quale confluiva l’esperienza di architetti quali Guimard e Horta.

Quando Santangelo concepì la struttura del Massimo l’Art Nouveau aveva già risolto il problema della conciliazione tra struttura portante e forma architettonica nel senso che la struttura era essa stessa architettura e forma. L’Ecole Polytechnique s’era coniugata con l’Acadérnie des Beaux Arts. Tale conciliata unità è appunto nell’involucro del Massimo, nella tessitura composta e ferma della griglia delle finestre, nell’asciutta profilatura delle alte paraste, nella salda gabbia architettonica che stringe l’insieme.

Son ben poca cosa in rapporto alla forte sintassi strutturale dell’edificio le deboli citazioni neocinquecentesche dei frontoncini, quelle ‘Secessione viennese’ dei fregi al colmo delle paraste o quelle tipicamente basiliane delle mensole modulate sulla linea di marcapiano dei primo ordine. Anche nella sala la tribuna superiore è impostata su un asciutto gioco di travi portanti e solamente la curvatura angolare dei palchetti denunzia nostalgie Art Nouveau. L’atelier Bevilacqua provvide a fornire la decorazione che infiorettò la liscia stesura delle pareti.

Il Cinema Massimo fu inaugurato nel 1924. Accanto al grande schermo è il nome dei committenti: i Biondo. Quegli stessi Biondo che siglarono altri spazi teatrali e d’intrattenimento a Palermo: il teatro e il kursaal omonimi. Erano gli ultimi esponenti di quella classe borghese moderna che aveva animato tra l’Otto e il Novecento l’imprenditoria palermitana e l’aveva aperta all’Europa. Il cinema Massimo fu forse il canto dei cigno. Prima, durante e dopo la guerra il Cinema Massimo ebbe come direttore il maestro Gaetano Romeres, musicista noto ed amato a Palermo. In quegli anni drammatici con le relative interruzioni, la sala andò precisando il suo ruolo come “cine-teatro”, ossia cinema e varietà.

Alle proiezioni si alternavano, anche più volte al giorno, le compagnie d’avanspettacolo. Clara Calamarai, Luisa Ferida, Amedeo Nazzari, Massimo Girotti erano gli interpreti di pellicole come “Luciano Serra pilota”, “Cavalleria Rusticana”, attori che spopolavano nelle sale cinematografiche di tutta Italia.

Tutt’altra cosa era lo spettacolo di varietà, autentico piatto forte, offerto tutti i giorni di pomeriggio e di sera al Cinema Teatro Massimo. Il pubblico non vedeva l’ora che terminasse il film per godersi lo spettacolo. La passerella finale mandava letteralmente in visibilio il pubblico - quello maschile ovviamente - che abbandonava la sala stralunato, con lo sguardo spento, svuotato di ogni energia.

Le compagnie di rivista o d’avanspettacolo che si esibivano al “Massimo” scendevano da tutte le località più disparate d’Italia, dove si erano formate per iniziare la loro tournèe, tenevano cartellone per un periodo per poi riattraversare lo stretto e proseguire il loro giro. Si era convinti che, malgrado il conflitto, tutto potesse filare liscio, ma, inaspettatamente gli effetti della guerra cominciarono a sentirsi, le compagnie iniziarono a tardare, o addirittura a non arrivare affatto, i bombardamenti divennero sempre più fitti e la maggior parte dei palermitani iniziò a sfollare, era il 1943.

Con la fine del conflitto la vita lentamente tornò a normalizzarsi, ed il “Massimo” riprese la sua attività, che fino ai primi anni sessanta conservò la sua prerogativa di cine-teatro. Poi acuitasi la crisi delle compagnie di avanspettacolo la programmazione divenne alquanto ristretta, fino al fatidico giugno del 1977 che ne vide la chiusura. Il 20 Novembre del 1992 grazie all’impegno di un gruppo di operatori dello spettacolo, interamente ristrutturato, restaurato e adeguato alle tecniche moderne, con uno spettacolo di Gigi Proietti si inaugura il “Teatro Al Massimo”.

Attualmente è la realtà privata più importante della Sicilia, con la sua rassegna della Prosa e dello Spettacolo ospita le più grandi compagnie nazionali ed internazionali, vantando un pubblico di circa 200.000 spettatori a stagione.

Immagini:

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